Nel secolo IX, come narrano le antiche leggende, si riunirono a Salerno alcuni studiosi che si proposero di raccogliere tutte le erbe che potevano per sperimentarne le virtù terapeutiche, confrontarle con quanto affermava Galeno e quindi riportarne i risultati in un erbario quanto mai completo.
Fin qui la leggenda, ma proprio a Salerno sorse e prosperò una delle più famose scuole mediche di ogni tempo; la medicina era esercitata da uomini e donne, queste ultime erano particolarmente abili nella preparazione di rimedi a base di erbe: le donne-medico preparavano con radici di giglio, canfora, sugna, cerussa e mastice un unguento contro le insolazioni e con altri ingredienti vegetali confezionavano dei buoni cosmetici per la pelle e pillole contro i disturbi della vescica. Tra i maestri salernitani che si occuparono di erboristeria, non può essere dimenticato Cotone. Nei suoi scritti c'è una particolare accuratezza nel descrivere la preparazione dei purganti; egli raccomanda di prendere i purganti solo a determinate ore e indica quali sono adatti alle persone ricche e quali alle povere! Per i primi si userà rabarbaro finemente polverizzato oppure si arriverà alla raffinatezza dell'elleboro bianco bollito in acqua insieme al frumento, che verrà poi dato da mangiare a una gallina; otto giorni dopo il ricco, bisognoso di purgante, potrà mangiarsi la gallina e bere il relativo brodo. Invece per i poveri Cafoni, senza tanti scrupoli non scende troppo in dettagli: per loro basterà del semplice mirabolano (!). Altri maestri appartenenti alla stessa scuola insegnarono il modo di raccogliere le erbe, di conservarle e di prepararle; alcune loro ricette erboristiche come ad esempio l'unguento di altea, il miele rosato, l'olio di rose si trovavano ancora, non molti anni fa, nella farmacopea ufficiale.
Platenzio descrisse 273 "Semplici di origine", mentre un altro maestro di nome Salerno scrisse un ampio trattato di erboristeria e farmacologia e "Tabulae Salernitanae", in cui le erbe vennero classificate secondo le loro proprietà.
Le tabulae furono commentate da un altro medico, Bernardo, che scrisse appunto il "Commentarium magistri Bernardi Provenzialis super Tabulae Salerni", per meglio comprendere lo spirito di quest'ultima opera, bisogna accennare alle condizioni in cui si trovava la farmaceutica di quei tempi. Gli speziali della Scuola salernitana e di altre ancora giravano ormai per il mondo, portando con sé le sofisticate e soprattutto molto costose preparazioni di loro ideazione.