La vita di Pedacio Dioscoride, scrittore e farmacologo, (Fu il primo farmacognosta empirico.) è parzialmente avvolta nel mistero; si sa comunque di certo che era nato presso Tarso in Grecia, nel I secolo d.C. e che prestò servizio come medico nell'esercito romano.
Fu contemporaneo di Plinio il Vecchio e la sua opera principale "De materia medica", in cinque libri, costituisce un vero e proprio trattato di "farmacologia", la cui influenza si avvertì fino ai tempi moderni. L'opera di Dioscoride in cui sono elencati tutti i medicamenti vegetali, animali, minerali costituì la bibbia di medici, speziali, erboristi e botanici per quasi dodici secoli. Galene lodò molto l'opera di Dioscoride e disse che era il più grande "farmacologo" di tutti i tempi; tale giudizio non fu completamente condiviso dai posteri, dato che a volte nell'opera di Dioscoride è facile imbattersi in credulità che, sebbene in relazione ai tempi in cui avvennero, nulla hanno di scientifico: un unguento ricavato dalla testa di una lepre arresta la calvizie; la cicala ab brustolita calma i dolori della vescica; il sangue d'agnello fa guarire dall'epilessia. Ma accanto ad affer mazioni come queste ci sono pagine di indubbio valore: quella sull'influenza della natura del terreno sulle erbe medicinali; l'esatta e complessa classificazione del le erbe conosciute; il modo di riconoscere le erbe me dicamentose, ecc. Molte descrizioni di Dioscoride so no assolutamente esatte: ad esempio, quelle sulla mirra, la scilla e l'uva ursina; molto utile era il silfio, l'infuso del quale si serviva come controveleno ai tossici più mortali (Mitridatè il Grande (121 -64 a.C.), re del Ponto, fu uno dei più celebri tossicologi dell'antichità. Molte sue ricette erboristiche go dettero di larga fama: dal "mitridatum" ricetta che conprendeva ben 37 erbe diverse. All’atanasia " infuso che avrebbe dovuto assicurare l'immortalità, a base di erbe rarissime.).
Che cosa fosse il silfio in realtà non si sa, Dioscoride lo descrive come una pianta appartenente alla famiglia delle ombrellifere e dice che cresceva in una zona di territorio intorno alla città africana di Cìrene; il lattice che sgorgava dal suo rizoma reciso era tanto prezioso che lo si vendeva a peso d'argento. Il silfio che era una pianta spontanea col passare degli anni cominciò a diradarsi; all'epoca della conquista romana della Cirenaica la droga che si ricavava era talmente poca che faceva parte del tesoro di Roma. Studiosi di epoche più recenti si impegnarono su quello che venne definito il "mistero del silfio". A quale pianta corrispondeva il silfio dioscoridiano?