Pianta della famiglia delle Buxaceae, distribuita in Europa meridionale ed in Africa settentrionale, mediterranea. In Italia è spontanea nelle Alpi centro-occidentali e nell'Appennino settentrionale, nelle zone submontane e subalpine.
Viene frequentemente coltivata nei parchi e nei giardini per comporre siepi che sopportano molto bene la potatura.
Descrizione: arboscello rustico sempreverde alto fino a m. 4; fusto di colore giallastro scorza cenerina, rami molto contorti e ravvicinati; foglie opposte elittiche di colore verde olivastro nella pagina superiore, verde giallastro nella pagina inferiore, piccole, coriacee e lucenti; fiori riuniti in fascetti all'ascella delle foglie, sono piccolissimi, di colore verdastro e passano inosservati.
Habitat: reperibile in Italia dalla regione submontana a quella subalpina, in terreno incolto e calcareo.
Droga: foglie, raccolte tutto l'anno; corteccia dei rami, raccolta in primavera e autunno.
Principi Attivi: buxina, sostanze peptiche, resine, sostanze amare, sali minerali.
Proprietà: (uso interno); diuretico, sudorifero, febbrfugo, antimalarico, calagogo, purgativo. Proprietà: (uso esterno): disinfettate, cicatrizzante.
Avvertenze: può essere tossico; da usare con cautela.
Generalità
Specie arbustiva sempreverde, a lento sviluppo, fittamente ramificata, che può raggiungere al massimo un'altezza'di 2-3 m. Le foglie sono opposte, cortamente pic-ciolate, di forma ovale o oblunga, ad apice ottuso o leg-germente incavato. Il margine della foglia è appena ripiegato verso il basso. La pagina superiore è liscia e lucida, di aspetto coriaceo, quella inferiore è più chiara e opaca.
I fiori, riuniti in infiorescenze fascicolari all'ascella delle foglie, sono divisi in maschili e femminili, entrambi di dimensioni assai ridotte e perciò sfuggono ad una osservazione superficiale.
I frutti sono delle piccole capsule ellissoidali contenenti alcuni semi neri, lucenti.
Per uso terapeutico si impiega la corteccia dei rami, le foglie e il legno.
Impiego terapeutico
Pianta ben nota agli antichi Greci e Romani e forse fin dal neolitico per il suo legno tenace e duro, più pesante dell'acqua, non fu impiegata per scopi terapeutici che dopo il Medioevo.
Allora si conobbero le proprietà sudorifere, depurative, febbrifughe e colagoghe della corteccia e le proprietà purgative delle foglie.
La corteccia fu utilizzata per lungo tempo in sostituzione della china per curare le febbri periodiche e la malaria, riuscendo dove la stessa china non dava più evidenze di azione, o potenziandone l'azione medesima.
Oltre a queste indicazioni ristrette, oggi non più attuali, per la scomparsa della malaria, almeno nei nostri Paesi europei, il bosso è un febbrifugo generale che si può utilizzare come ipotermizzante in tutte le manifestazioni
febbrili dipendenti da stati influenzali primaverili e autunnali.
Il bosso foglie è attivo nelle affezioni reumatiche cro-niche, nella gotta e come purgante negli imbarazzi intestuiali e nella stitichezza.
Il legno inoltre sembra possedere delle virtù aperitive e digestive, utili nelle dispepsie.
Preparazioni
Uso interno: per uso interno si utilizza la corteccia dei rami, le foglie e il legno. La corteccia dei rami serve per preparare un decotto
utile per combattere le febbri intermittenti, i dolori e le febbri reumatiche. Sì prepara il decotto con 20 g di corteccia essiccata e ridotta in piccoli frammenti per litro di acqua. Si lascia bollire per 10 minuti, si filtra e si beve a tazze: una al mattino e l'altra alla sera.
Le foglie servono per preparare l'infuso con proprietà diuretiche e antireumatiche. L'infuso si fa con 20 g di foglie secche ridotte in polvere grossolana per litro di acqua bollente.
Si lascia riposare per 5 minuti, si beve alla dose di una tazzina tre volte al giorno.
Con il legno ridotto a segatura si prepara una tintura vinosa di proprietà digestive e aperitive. Si usano 30 g per litro di vino. Si lascia a macero per una settimana. Si filtra e si beve, dopo averla lasciata stagionare per 1 mese, a biccherini: uno dopo i pasti principali come digestivo, o prima come aperitivo.
Uso esterno: per uso esterno si utilizza la tintura vinosa concentrata per lozioni detersive e cicatrizzanti o per frizioni calmanti, nelle nevralgie. Si prepara con 250 g di segatura di legno per litro di vino. Si lascia a macero per una settimana.
Raccolta e conservazione
La corteccia dei rami si raccoglie in primavera, quando è più facile staccarla dai rami ed è più attiva. Si approfitta delle potature delle siepi dei giardini e si stacca con un coltello. Si fa seccare al sole per due giorni, si riduce quindi in pezzi di 5-10cm e si completa l'essiccamento all'ombra. Si conserva in sacchetti di carta o tela. Si rinnova ogni due anni.
Le foglie si possono raccogliere tutto l'anno, ma è preferibile, per essere sicuri dell'attività, raccoglierle da agosto a settembre, scartando le nuove foglie eventuali, non coriacee. Si seccano all'ombra, disponendole in sottile strato su setacci o graticciati, in locale ben aerato, rimuovendole frequentemente. Si conservano in sacchetti di carta o in vasi di vetro scuro. Bisogna però stare attenti che non si sviluppino muffe.
Il legno si può raccoglierlo tutto l'anno; si possono utilizzare a tale scopo i rami da cui si è tolta la corteccia. Conviene, in mancanza di attrezzi idonei, ridurlo da fresco in scagliette con un coltello affilato, perché tale operazione è molto più difficile sul legno secco essendo questo molto duro.
Per ottenere direttamente segatura si può ricorrere a qualche artigiano ebanista, ma in questo caso bisogna essere sicuri che la segatura ottenuta provenga solo da quel tipo di legno chiamato volgarmente martello o martellina.
Il legno del bosso conserva a lungo le sue proprietà se conservato al riparo dalla luce e in barattoli chiusi.
Il bosso è una pianta a crescita lentissima; pertanto se si vuole coltivarla bisogna partire da piante di una ceda altezza, ottenibili da qualsiasi vivaista. Il bosso ama i terreni calcarei.