Tra il 1400 e il 1600 con la meravigliosa scoperta della stampa meccanica con caratteri mobili, si assistette a una vera e propria inflazione di libri, di cui molti furono dedicati alle erbe, alle droghe, ai medicamenti. Appassionati di botanica, compirono lunghi viaggi per meglio conoscere le erbe e le loro virtù risanatrici; vollero addirittura sperimentare l'efficacia di molti medicamenti su loro stessi e dettero vita a vere e proprie monografie sulle piante.
Per una scienza in così rapido sviluppo, ecco che compare anche il primo vero trattato di farmacologia: il "Compendio Aromatorium" di Saladino d'Ascoli, dedicato al principe di Tarante e scritto nel 1400. Il "Com-pendium" nacque soprattutto, per rimediare alle spaventose incompetenze di molti speziali. Il volume è articolato in un prontuario, in cui per ogni domanda viene data la relativa risposta. Tra i requisiti dello speziale preparato, è imposto l'impiego di gettare via pillole e tarmaci invecchiati. Il testo è denso di notizie pratiche in cui l'autore indica, mese per mese, il periodo più adatto per raccogliere le diverse erbe (calendario erboristico) ; elenca le erbe che lo speziale deve procurarsi sotto i diversi segni dello zodiaco, indica il tempo di conservazione dei vari prodotti senza pericolo di alterazioni se ben riposti e custoditi. L'unico inconveniente di tale volume è la stesura in versi, fra l'altro orrendi, anche se l'intento era quello di far meglio ricordare i concetti. Importante fu anche l'opera svolta dal medico Pietro Andrea Mattioli (1500-1577) nella divulgazione delle scienze naturali e soprattutto botaniche. Fu certo uno dei più grandi fitografi del Cinquecento, poiché riunì e coordinò tutte le conoscenze di botanica medica del tempo nei suoi celebri "Commentari". Ben presto se ne stamparono un gran numero di edizioni, anche in altre lingue europee e vennero utilizzati sino a tutto il XVIII secolo. Nell'opera il Mattioli inneggia alle virtù delle erbe e parti delle piante medicinali aromatiche, contribuendo a sfatare leggende e metodi astrusi superati, un mondo di mistificatori, empirici e lestofanti. La prima farmacopea dello Stato Italiano fu pubblicata nel 1891. Le Nazioni Unite, proseguendo un'iniziativa della Socieà delle Nazioni hanno intrapreso la compilazione di una farmacopea intemazionale.