L'erboristeria presso i Romani

L'influsso della complessa medicina greca, ricca di credenze filosofiche e di qualche verità scientifica arrivò anche a Roma. Contro tutto quello che sapeva di Grecia, di un mondo cioè oramai in netta decadenza, si scagliò uno dei "vecchi" terribili che dominava le scene romane: Catone (234 -149 a.C.). Egli respinse in blocco tutti i farmaci greci: perché tante complicazioni, diceva, se basta il cavolo per mantenersi sani? Catone era un vero e proprio specialista di tale ortaggio, ne distingueva ben quattro tipi, di cui solo due con virtù terapeutiche, e praticamente se ne serviva per curare qualsiasi malattia. Nel "De re rustica", afferma che il cavolo serve per curare gli ascessi, le piaghe, i tumori maligni, le fratture, le malattie degli occhi, le lussazioni, ecc. Naturalmente il cavolo diventava attivo solo se si conosceva il modo di usarlo a dovere. Ed ecco una serie diricette: se si soffre di un polipo al naso, bisogna aspirare la polvere di cavolo essiccato; se si ha un herpes, si devono applicare sulla parte foglie dì cavolo pestate; in caso di sordità il cavolo tritato e mescolato nel vino va lasciato cadere goccia a goccia nell'orecchio offeso; il cavolo condito con aceto è ottimo nella cattiva digestione; il cavolo mangiato per parecchi giorni vince l'insonnia. Ad onor del vero Catone ammise nei suoi scritti anche qualche altro rimedio vegetale: per medicare le ulcere, ad esempio, oltre al cavolo ammetteva anche la menta, la ruta e il coriandolo. Catone era un estimatore dell'assenzio impiegato in un uso non certo abituale: lo consigliava infatti ai cavalieri costretti a compiere lunghi tragitti a cavallo, onde evitare noie al soprassella. Catone è il primo ad occuparsi di "vini medicati" con speciali erbe toniche e ricostituenti. Singolare è il sistema per avere un vino purgativo: si prendono tre rametti di veratro e si piantano intorno a una vite segnata, il vino ottenuto da quel vitigno sarà certamente purgativo in modo blando ma sicuro. Il vino col ginepro è indicato nelle sciatiche, quello col mirto risolve la stitichezza; il vino con l'aggiunta di melograno ha sicura efficacia contro i vermi. La semplice medicina di Catone rappresentava la più spontanea reazione contro le complesse droghe di origine orientale e greca che ormai invadevano il mercato di Roma. Nel frattempo a Pompei, la città con le splendide ville e con giardini dotati di piante ornamentali e medicinalì aromatiche, il medico romano Scribonio descrive 250 droghe, quale prima farmacopea.