Pianta della famiglia delle Berberidaceae, distribuita in Europa e in Asia. In Italia si trova spontanea nei boschi e nelle siepi di montagna. Si coltiva in varietà come pianta ornamentale.
Centralità
II crespino è un arbusto alto fino a 2-3 m. con fusti e rami eretti e sottili.
Le foglie dei rami principali sono trasformate in spine tripartite. All'ascella di queste spine si dipartono dei rami che portano foglie sessili o subsessili lunghe fino a 4-5 cm
e larghe 2-3. di l'orma obovala o ellittica con margine seghettato.
I fiori sono raccolti in brevi grappoli pendenti. Il singolo fiore ha un calice formato da 6 sepali di colore giallo e una corolla costituita da 6-8 petali pure gialli.
II frutto è una bacca di colore rosso a forma allungata, contenente uno o due semi allungati di colore bruno.
Per scopo terapeutico si utilizzano la corteccia, le radici e i frutti.
Impiego terapeutico
II crespino non fu utilizzato né dai Greci, né dai Romani: le prime descrizioni di questa pianta si hanno nel Medioevo.
Oggi si sa che la corteccia del crespino ha proprietà
amare, toniche, colagoghe, febbrifughe, purgative. La corteccia è pure usata come emmenagogo, utile nelle me-trorragie e nelle dismenorree.
Le bacche sono rinfrescanti, antisettiche e febbrifughe.
La pianta del crespino contiene, soprattutto nella radice, una elevata quantità di alcaloidi: il principale di questi alcaloidi è la berberina, di colore giallo vivo; inoltre è ricca in principi amari.
La berberina ha un'azione ipotensiva, è cioè in grado di abbassare la pressione arteriosa, di stimolare le contrazioni uterine, intestuiali e bronchiali.
Alla corteccia di crespino sono inoltre riconosciute proprietà antisettiche, antibatteriche e antiprotozoarie. L'azione antibatterica si esercita soprattutto sui microrganismi patogeni gram-positivi, fra cui principalmente gli stafilococchi.
È nota pure un'azione antimalarica. Per lungo tempo infatti la corteccia di crespino è stata utilizzata come succedaneo della corteccia di china.
Preparazioni
Uso interno: si utilizza il decotto della corteccia della radice essiccata del crespino, nella dose di 20 g per litro di acqua. Si lascia bollire per 10-15 minuti, si raffredda, si filtra per tela. Il decotto così preparato va bevuto nella dose di 1-2 tazzine al giorno come regolatore dei flussi mestruali, come astringente nelle diarree persistenti, o per regolare la pressione arteriosa.
Con le bacche si può preparare una tisana, utilizzando 30-50 g di questi frutti secchi per litro di acqua bollente. Si lascia riposare per 10-15 minuti, si filtra per tela e si beve a tazze: non più di due al giorno, come rinfrescante e diuretico.
Raccolta e conservazione
La corteccia delle radici si stacca direttamente dalle radici raccolte al termine del ciclo vegetativo, in ottobre-novembre.
Si sradica la pianta con l'aiuto di una zappa e si staccano solo le radici più grosse. Si stacca poi la corteccia con l'uso di un coltello. La corteccia così preparata viene ridotta in pezzi lunghi 5-10 cm e posta ad essiccare al sole per due giorni: se ne termina quindi l'essiccamento all'ombra.
I frutti si raccolgono al momento della maturazione, da settembre a ottobre a seconda dell'altitudine. Si possono utilizzare freschi o anche essiccare, disponendoli in sottile strato su setacci.
I frutti secchi si conservano in vasi di vetro scuri. La corteccia della radice va invece conservata in sacchi di tela o di carta. I frutti vanno sostituiti tutti gli anni, mentre la corteccia può essere utilizzata per due o tre anni.
II crespino è una pianta normalmente di montagna, che però si adatta assai bene anche in pianura. La coltivazione di questa pianta può essere fatta facilmente per trapianto di giovani piante spontanee raccolte in montagna, oppure acquistate da vivaisti.
Si può comporre in questo modo una siepe ornamentale e protettiva, per le irte spine che il Berberis possiede.
Il crespino viene bene in qualsiasi terreno e non richiede particolari attenzioni. Se si parte da seme però impiega non meno di cinque anni per arrivare alla fioritura.