La più antica testimonianza sull'erboristeria risale a circa 3000 anni a.C. quando ai tempi dell'imperatore cinese Shen Nung fu compilata la prima enciclopedia farmacologica, il "Shen Nung pen ts'ao ching" (La materia medica dell'imperatore Shen Nung), contenente 340 rimedi vegetali.
Circa 300 anni dopo la comparsa di questo trattato, fu compilata la più famosa farmacopea cinese, ( La prima Farmacopea del mondo risale a circa 4000 anni a.C. ed è attribuita al medico egizio Imhotep), il "Pen ts'ao p'in hui ching yao" (La materia medica essenziale), composta da 42 libri e illustrata da 1360 bellissime miniature a colori.
Quest'opera registra circa 1100 vegetali, divisi in 68 classi, cita più di 8000 ricette e prescrive norme precise per la preparazione dei medicamenti. Nelle ricette accanto ad elementi provenienti dalla superstizione popolare, si trovano anche indicazioni terapeutiche degne di rispetto. Lo studio dei farmaci di origine vegetale è la parte più vasta del trattato e gli elementi tipici dell'erboristeria cinese si fondono con le teorie all'origine del pensiero filosofico cinese. Un altro dei più importanti trattati cinesi sui rimedi naturali è il "Pen ts'ao kang mu", del famoso farmacologo cinese del sedicesimo secolo Li Shichen, che enumera approssimativamente duemila sostanze differenti, da cui si ricavano almeno diecimila preparati ( I cinesi dell'era moderna hanno mantenuto intatto il loro antichissimo patrimonio erboristico e continuano a preparare molti farmaci e cosmetici a base di erbe seguendo le formule e le ricette, descritte negli antichi trattati, che sorprendono ancor oggi la scienza occidentale per il loro valido contributo alla medicina ufficiale). In alcuni testi si parla anche di undifferente impiego delle piante medicinali: la moxibustione ( La moxibustione deriva dal nome della pianta generalmente usata per tale scopo, la moxa (dal giapponese "mogusa ", il cui nome scientifico è stato identificato con quello della "Anemisia Vulgaris"). La cauterizzazione di particolari zone del corpo trova ancor oggi applicazione presso molte popolazioni primitive, anche se l'effetto originario terapeutico della bruciatura sembra a volte passare in seconda linea rispetto a significati occulti e magici che si attribuiscono al metodo stesso).L'applicazione di questo metodo consiste nel bruciare una pianta medicinale sulla superficie della pelle. Il procedimento da seguire è abbastanza semplice: raccolta una certa quantità di foglie dell'erba specifica, si lasciano essiccare, quindi si manipolano in modo da ricavarne delle palline che si mettono sulla pelle in determinati punti scelti secondo la malattia. Quindi si da fuoco al vegetale che brucia lentamente e si spegne soltanto dopo che si è consumato fino alla superficie cutanea.
Un altro esempio dell'antica tradizione erboristica cinese è portato dal popolarissimo ginseng, il cui nome scientifico è Panax ginseng che significa "rimedio per tutto".Questa radice costituì un rimedio sovrano per tutti i mali e la sua vaga rassomiglianza con il corpo umano indusse gli antichi cinesi ad esaltarne i suoi poteri magici ( In cinese ginseng (jen shen) significa "radice uomo " e in effetti per ceni suoi aspetti "umanoidi" ricorda famosa mandragora. Contrariamente alla mandragora, la radice ginseng è passata dal mito popolare e leggendario, all'ambiente dei moderni laboratori di biochimica e farmacologia, dove ha superato le fasi di sperimentazione con risultati positivi). L'elemento fantastico-superstizioso, pur essendo ricorrente negli antichi trattati di erboristeria tradizionale cinese, non riuscì ad offuscare gli splendidi risultati che si ottennero da una buona parte di rimedi vegetali.