Pianta della famiglia delle Hippocastanaceae o Sapin-daceae. originaria dei monti della penisola balcanica. Viene coltivata come pianta ornamentale per comporre viali o come pianta isolata nei giardini di diversi Paesi europei e del mondo intero. In certe zone d'Italia è diventata ora subspontanea per autoriproduzione.
Nelle regioni d'origine forma a volte boschi estesi.
Generalità
II castagno d'India, detto anche «ippocastano», è un grande albero a chioma ovale, regolare, con rami di grandi dimensioni
che portano foglie composte, grandi, rette da un lungo picciolo.
Le foglie hanno forma palmato-digitata. sono cioè composte da 5-7 foglie minori di forma obovata e acute all'apice. Il margine di queste foglie è uniformemente dentellato. Da giovani le foglie hanno la proprietà di rinchiudersi alla sera.
I fiori sono raccolti in infiorescenze a pannocchia terminale con asse eretto. I singoli fiori hanno un calice a cinque lobi e corolla formata da cinque petali di forma differente, di colore bianco appena rosato o anche rosso.
Si conoscono differenti varietà di questa specie, diverse tra loro sia per il portamento della chioma sia per il colore dei fiori. Altre specie dello stesso genere, indiane o nordamericane, presentano caratteristiche simili dal punto di vista terapeutico.
Per scopi terapeutici e cosmetici si utilizzano i semi, ma in qualche caso (soprattutto per l'impiego terapeutico) si utilizza anche la corteccia dei rami.
Impiego terapeutico
II castagno d'India, pur essendo a portata di mano delle popolazioni dell'antica Grecia, non venne mai utilizzato per scopi terapeutici né dai Greci né dai Romani. Solo a partire dal Rinascimento si trovano le prime descrizioni botaniche di questa pianta.
Le prime indicazioni terapeutiche dell'ippocastano furono quelle febbrifughe, come succedaneo della china; serviva a tale scopo la parte corticale del fusto e dei rami.
Attualmente la corteccia dell'ippocastano viene utilizzata sia internamente che esternamente per le sue pròprietà astringenti. Esternamente è cicatrizzante o vulneraria.
•I fiori di ippocastano hanno deboli proprietà diureti-che. utili nella gotta e nel reumatismo.
Recentemente sia la corteccia del fusto e dei rami sia i semi hanno trovato impiego per ottenere principi attivi puri, utilizzati per la preparazione di specialità farmaceutiche.
I principi attivi della corteccia sono essenzialmente tannini, l'acido esculetannico e soprattutto alcuni derivati cumarinici: esculoside e fraxoside. Per questi principi attivi la corteccia dell'ippocastano viene utilizzata nelle malattie venose e nella manifestazioni di fragilità capillare.
I semi di ippocastano sono vasocostrittori e posseggono anche una marcata azione vitaminica (soprattutto vitamina P).
I semi contengono essenzialmente flavonoidi e escina.
Sono state recentemente chiarite le proprietà dei semi dell'ippocastano, come antiedemigene e antiinfiammato-rie. Sono pure note le loro proprietà di riduzione della fragilità capillare.
I semi contengono infine un'elevata quantità di sapo-nine: possono perciò servire per la preparazione di bagni cosmetici.
Preparazioni
Uso intemo: si utilizza il decotto della corteccia o dei frutti macinati.
La quantità da utilizzare per la corteccia è di 30 g per litro d'acqua, mentre per i semi si può arrivare sino a 50 g
per litro di acqua. Si lascia bollire per 5-10 minuti, poi a freddo si filtra per tela in entrambi i casi. Si somministra a 1-2 tazzine al giorno.
Uso esterno: si utilizzano i semi per la preparazione di un decotto: 60 g di semi finemente macinati per litro di acqua. Si lascia bollire per 5 minuti, si raffredda, si filtra per tela. Ildecotto serve per fare lavaggi o pediluvi e per preparare compresse imbevute, particolarmente indicate nei gonfiori-deEe estremità o nelle infiammazioni emorroidali.
Uso cosmetico: sì utilizzano i semi, o meglio la farina dei semi, da mettere nell'acqua del bagno in ragione di 2-4 cucchiai. Si agita con una mano quindi si prende il bagno, che ha azione astringente e schiarente oltre che tonificante. Il bagno di ippocastano rinfresca le pelli arrossate e toghe la stanchezza.
Gli impieghi di ippocastano per cosmesi sono stati sfruttati anche da diverse industrie.
Raccolta e conservazione
La corteccia dei rami si raccoglie in primavera, nei mesi di marzo e aprile, prima che le piante entrino in vegetazione o all'inizio della vegetazione stessa. Si tagliano i piccoli rami, si preleva la corteccia staccandola con un coltello, si taglia in pezzi di 5 cm e si mette ad essiccare un po' al sole; si termina poi l'essiccamento all'ombra.
I semi si colgono alla loro caduta in ottobre. Vanno essiccati al sole e conservati in sacchetti di carta o di tela.
La corteccia ed i semi possono essere utilizzati per due anni.
Essendo l'ippocastano pianta comune in tutte le parti d'Italia, non è assolutamente necessario coltivare questa pianta per ottenere le parti interessanti l'impiego terapeutico e cosmetico.
Partendo da seme comunque è possibile ottenere la fruttificazione in cinque o sei anni. La pianta cresce bene in qualsiasi tipo di terreno.