Un altro celebre medico arabo fu Rhazes; al suo nome è legata la scoperta del processo di distillazione e quella dell'acquavite.
Egli considerava molto le proprietà narcotiche del giusquiamo e tra i medicamenti stimava particolarmente il muschio e la canfora; a proposito di quest'ultima sembra che sia stato proprio Rhazes il primo a introdurla nella terapia. Le proprietà della canfora vennero discusse a lungo e se ne fecero usi a volte carismatici; infatti vi furono alcuni ordini di monaci che per conservare la castità portavano un sacchettino pieno di canfora appeso alle reni. In secoli più recenti le proprietà disinfettanti della canfora vennero meglio localizzate; si ricorda che durante la peste di Verona venne usato un preparato di olio canforato che dimostrò una prodigiosa efficacia come disinfettante. Ma nel 1690 arrivò la doccia fredda: il Collegio degli Speziali di Napoli bandiva la canfora da ogni medicamento perche alterava gli effetti delle altre sostanze che lo componevano.
Rhazes si occupò anche dei veicoli con i quali era meglio prendere le droghe; l'ideale era una miscela a base di foglie di rosa e foglie di melograno, macerate con acqua di rose e aceto addolcite con zucchero; tra le curiosità tratte dalle sue opere si può trovare che l'elleboro provoca nell'uomo sano le convulsioni, mentre nell'ammalato allontana gli umori cattivi e la menta selvatica posta sul ventre funziona come abortivo (!).