Figlio di Mesuè il vecchio, esperto di erbe medicinali divenne il primo grande medico arabo. Nei suoi numerosi scritti traspare evidente la scarsa simpatia per i medicamenti degli antichi Greci e Romani; Mesuè riteneva che i purganti a causa del clima torrido, fossero nocivi, e così pure gli emetici, pertanto all'occorrenza consigliava la corteccia di pino e la decozione d'issopo come emetici, mentre consigliava come eccellenti purganti i Mirabolani che erano una specie di prugne provenienti con ogni probabilità dalla Siria. Con Mesuè gli Arabi portarono un notevole contributo all'evoluzione scientifica della medicina e dell'erboristeria, infatti egli studiò il rapporto tra la conservazione e l'efficacia delle erbe medicinali e concluse che i principi volatili vengono in genere dispersi in poco tempo, mentre alcune piante invecchiando, migliorano. Sottolineò l'importanza del clima sulla crescita delle piante dimostrando che le piante ricche di umidità crescono meglio in luoghi secchi, le secche nei luoghi umidi. Studiò anche l'influenza della vicinanza tra le piante di diversa specie e cita il caso della scilla che acquista vigore vicino al rafano, della senna a lato della ruta. Però avverte che vi sono determinate specie di piante che se crescono vicino ad altre diminuiscono le loro proprietà terapeutiche.
Molto interessante è quanto dice sui purganti di origine vegetale che divide in due grandi categorie: i clementi e i valenti. I primi sono a loro volta divisi in tre classi:
— Colagoghi (aloè, assenzio, rabarbaro, tamarindo, cassia)
— Flemmagoghi (luppolo, issòpo)
— Melenagoghi (fumaria, timo, polipodio).
I purganti valenti sono divisi in quattro classi:
— radici (agar, aristolochia, brionia, elleboro, scilla)
— resine (euforbie, scammonea)
fiori e frutti (centaurea, colonquintide, ricino, senna) Sempre secondo Mesuè ogni purgante agisce su un particolare organo: l'elleboro sulla milza, l'assenzio e l'aloè sullo stomaco, il luppolo e il rabarbaro sul fegato ecc.