ARNICA Arnica Montana L. - Asteraceae



Nome latino: Arnica montana L.
Famiglia: Compositae
Ordine: Asterales
Descrizione: erba perenne alta cm. 10 e più, fusticino peloso di colore rosso verso la sommità; capolino grande di colore giallo; foglie accoppiate a metà altezza, più piccole e bratteiformi verso l'alto con due capolini appena accennati che si sviluppano solo se quello terminale non arriva a fioritura; rizona corto e appena ramificato.
Habitat: sulle Alpi e sugli Appennini.
Droga: pianta intera e fiori; pianta intera, raccolta in autunno; fiori, raccolti da fine giugno ad agosto.
Principi Attivi: arnicina, acido malico, acido gallico, inulina, tannino.
Proprietà: (uso interno): stimolante nervino e cardiovascolare, ipertensivo, antisettico.
Proprietà: (uso esterno): revulsivo cutaneo e risolvente, anticellulitìco, da non usare su ferite onde evitare vesciche.
Avvertenza: fare attenzione: a dosi eccessive può essere velenoso o può dar luogo a fenomeni irritativi del tubo digerente e a disturbi nervosi centrali (vertigini, tremito, angoscia e anche coma). L'azione esercitata dalla decozione o dalla tintura su pelli delicate può dar luogo a fenomeni infiammatori.
Incompatibilità: con sali di piombo, ferro, zinco.
altri nomi tabacco di montagna, erba delle cadute.
come si presenta - pianta erbacea perenne, dallo stelo alto 20-40 cm portante all'apice un fiore giallo, grande, assai simile alla margherita, e circa a metà due piccole foglie opposte. Le foglie alla base dello stelo sono ovolidali con nervature longitudinali sporgenti.
dove si trova - assai comune al di sopra dei 600 m, è rinvenibile nei luoghi incolti, nelle siepi, lungo le strade e i corsi d'acqua.
quando si raccoglie - fiorisce da giugno a ottobre. Per uso medicamentoso si utilizzano i fiori, raccolti quando stanno per sbocciare e le radici che sono pronte in autunno.
quali azioni esercita antiecchimotiche, antiforuncolose.
In caso di trauma si consiglia la tintura alcoolica. Macerare per 20 giorni, in 1/4 di I di alcool etilico a 60°,25 g di radici polverizzate; filtrare attraverso una mussola e travasare in una bottiglia. Uso: diluirla al 10-20 % in acqua bollita. Gli impacchi di arnica vanno rinnovati molto spesso a brevi intervalli, all'inizio, e poi ogni mezz'ora-un'ora, secondo la gravita del caso, lasciando li infine sulla parte ferita, dopo averli fermati con un bendaggio leggero' e non stretto.
Composita dell'Europa settentrionale; si trova sui monti, sia delle Alpi che dell'Appennino. raramente al di sotto dei 1000 m.
Generalità
Pianta erbacea perenne, a rizoma breve, strisciante, semplice o scarsamente ramificato, che porta una rosetta di foglie sessili, di forma ovale o ellittico-ovale, a margine intero o raramente dentellato. La parte superiore è pelosa, quella inferiore quasi glabra.
Lo scapo fiorale è seguito da due o tre foglie di dimensioni ridotte, sessili e appuntite. Il fusto, generalmente semplice, può raggiungere un'altezza di 30-40 cm.
L'infiorescenza a capolino è semplice o al più composta da tre elementi, grande, con fiori esterni ligulati di coler giallo intenso. Il frutto è un achenio peloso, sormontato da un pappo che permette l'inseminazione a distanza.
Impiego terapeutico
Totalmente ignorata sia dai Greci sia dai Romani, perché non presente in Grecia né nell'Italia centrale e meridionale, l'amica è citata per la prima volta nel sec. XII. e nel secolo successivo compare nei trattati della scuola medica salernitana. Ma solo nel sec. XVIII si conobbero le sue proprietà, come stimolante del sistema nervoso, dell'apparato respiratorio e del circolatorio. Inoltre le sono riconosciute proprietà toniche, aperitivo, diuretiche, sudorifere, antispastiche, febbrifughe, espettoranti, emetìche, purgative, emmenagoghe e antigottose.
Esternamente è vulneraria, risolutiva, stimolante e an tisettica. Sì è notata la sua efficacia nella terapia dell'asma, nei catarri bronchiali, e soprattutto nei casi cronici dei vecchi.
Si è inoltre insistito parecchio sull'attività dell'amica nella circolazione sanguigna: dilatazione dei vasi periferici, e miglioramento circolatorio del muscolo cardiaco.
Come febbrifugo l'arnica è stata utilizzata con successo, sia nelle febbri mucose e purulente sia in casi di infezione con febbre conseguente a ferite profonde. Per la sua azione sul sistema nervoso è stata impiegata nella terapia
degli spasmi nervosi convulsivi, nelle paralisi nervose, nell'apoplessia. L'arnica è inoltre un antinevralgico e un antireumatico. Sull'apparato gastroenterico è efficace nella dissenteria di diversa origine.
Esternamente l'amica è un medicamento sicuro negli ematomi, contusioni, ecchimosi ecc. Questo impiego è senz'altro il più noto.
I principi attivi dell'arnica sono: tannini, olii essenziali, derivati chinonici.
Preparazioni
Uso interno: si utilizza l'infuso o il decotto. L'infuso si prepara con 5-10g di fiori in un litro d'acqua; se ne prendono 2-3 cucchiai al giorno. Identica è la dose per la preparazione del decoìto.
Uso esterno: si usa la tintura, contro le contusioni e le slogature. La tintura si prepara con 10 g di fiori o di radici per 100 cc di alcool a 70°. Si lascia a macero per una settimana. Questa tintura,.diluita 5 volte con acqua o acqua e glicerina, serve per preparare le compresse che si applicano sulle parti dolenti in conseguenza di slogature e contusioni. L'arnica però non va mai usata sulle ferite o sulle parti delicate del corpo, perché può dare irritazione locale. Al primo sintomo di irritazione bisogna subito sospendere gli impacchi, che non vanno comunque ripetuti più di due o tre volte nel corso della giornata.
La tintura di arnica, come l'infuso o il decotto, essendo dei veleni vanno tenuti con la dovuta attenzione, lontano dai bambini e dagli inesperti; è consigliabile apporre l'etichetta «veleno» su tutti i preparati di arnica.
Raccolta e conservazione
Per uso medicinale servono i fiori e le radici. I fiori si raccolgono da luglio a settembre, nelle giornate asciutte, quando la rugiada è scomparsa. Si deve evitare di raccogliere fiori vecchi, perché privi ormai di proprietà terapeutiche. I fiori si seccano all'ombra, in locale ben aerato, disponendoli su graticdati in sottile strato.
Le radici si raccolgono al termine del periodo vegetativo, a partire da agosto fino a settembre. Si sradicano con una zappetta, si ripuliscono dal terriccio, si pongono ad essiccare prima al sole per due giorni poi all'ombra, dopo averli ulteriormente ripuliti dal terriccio.
L'arnica, fiori e radici, si conserva in sacchetti di tela o di carta e va rinnovata tutti gli anni.
La cultura di questa pianta non si rende necessaria, essendo già abbastanza abbondante. È stata comunque tentata con successo in terreni umidi e silicei, di mezza montagna o di montagna, in zone di mezz'ombra, a partire da seme o per trapianto di rizomi.
L'arnica fa un bel fiore e può essere considerata anche pianta ornamentale, oltreché medicinale.
Parti della pianta utilizzate: capolini e parti sotterranee.
Componenti principali: lattoni sesquiterpenici (0,2-0,8%); lattoni triterpenici; flavonoidi (0,4-0,6%); Ó.E. (0,2-0,35%); poliacetileni; acidi organici; carotenoidi; cumarine; polisac caridi.
Effetti dimostrati: spasmolitico; antistaminico; antinevralgico; antinfiammatorio; vulnera rio; antagonizza gli effetti dovuti a traumi meccanici; iperemizzante e risolvente; antimi crobico; antimicotico; antiflogistico.
Effetti benefici tradizionali: utile contro il catarro bronchiale; leggero eccitante.
Indicazioni: nelle contusioni con traumatismi, versamenti sierosi ed ecchimosi; nei dolori muscolari; ematomi, distorsioni, compressioni, edemi da frattura; disturbi muscolari o articolari di natura reumatica; flogosi delle mucose orofaringee; foruncolosi o infiamma zioni conseguenti a punture di insetti; nelle flebiti superficiali.
Principali preparazioni: infuso; polvere; E.F. ; T.I.; pomata; oleolito; colluttorio.
Dosi consigliate: infuso al 2%; polvere: 0,25-0,50 g/die; E.F. 0,25-0,50 g/die; T.I. 0,5- 2 g/die; U.E. E.S. 1-2 g/dose in acqua o glicerina; infuso al 2-4%. Pomata (2,0-5% di E.F. o 10-15% di olio); eleolite (20-25%);
Avvertenze e precauzioni: deve essere impiegato per via orale con molta cautela oppure evitato; non apporre su aree di cute lesa.
Tossicità: è tossico per uso interno anche a dosaggi relativamente bassi; può provocare tremiti, stordimenti, scosse nervose e spasmi; irrita il tratto gastrointestinale.
Controindicazioni: ipersensibilità individuale accertata verso la droga; in gravidanza; in allattamento; nei disturbi cronici del tratto gastrointestinale; non apporre su piaghe aperte.
Effetti collaterali: reazioni cutanee ed allergiche; dermatiti edematose con formazione di vescicole; eczemi; necrotizzazione cutanea; diarrea grave con feci acquose; aritmia cardia ca; miastenia; nausea; vomito; ipotensione improvvisa.
Sintomi da sovradosaggio: (g 60-80 di T.I.) gastroenterite ed alterazione nervosa centrale e periferica

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