
Leguminosa Papilionacea, oggi ascritta alla famiglia della Fabaceae; è pianta che si trova dalla regione mediterranea fino alla regione alpina dell'Europa, in generale nel Sud, e in Africa settentrionale. In Italia si trova co munemente nei prati di collina e di montagna, dove si sviluppa alle volte fino a formare interi prati. Generalità È una pianta erbacea a comportamento assai vario: può essere annuale (nelle regioni a estate secca), biennale o perenne. In altezza può raggiungere anche 50 cm, ma si possono trovare esemplari di appena 5-10 cm. È di norma molto pelosa in tutte le parti, a esclusione della corolla del fiore. Le foglie inferiori dell'antillide sono semplici, quelle del fusto fiorale sono composte da un numero dispari di foglioline (7-11). La fogliolina terminale è più grande delle altre e ha forma oblungo-ovale. I fiori sono raccolti in infiorescenze a capolino, terminali; hanno un colore giallo zolfino. Il frutto è. un piccolo legume contenente un solo seme ovale. Impiego terapeutico L'antillide non venne impiegata per scopi terapeutici né dagli antichi né durante il Medio Evo; è entrata nella storia medica solo di recente. Si conoscono le sue proprietà astringenti, depurative, antiinfiammatorie, cicatrizzanti e riepitelizzanti. Le proprietà astringenti sono soprattutto esterne, così come quelle anticongestionanti, antiinfiammatorie e cicatrizzanti. Internamente, per le sue proprietà tossifughe, depurative e diuretiche, è utilizzata nelle bronchiti catarrali, nell'asma umido, nella tosse, nella gotta, e in genere per curare l'obesità. Come depurativo fa parte della miscela di piante, ad analoga azione, del famoso tè svizzero. Il suo nome scientifico («vulneraria»), talvolta utilizzato anche come nome volgare, ricorda essenzialmente le sue proprietà per uso esterno, come cicatrizzante e riepitelizzante. È questo il suo impiego più diffuso ed efficace. Preparazioni Uso intemo: si utilizza l'infuso di fiori, preparato con 50 g di antillide secca per litro di acqua bollente. Si lascia a macero per 10 minuti. Si beve a tazzine: due al giorno come diuretico e blando lassativo. Uso estemo: si utilizzano il decotto e il succo. Il decotto si prepara con 100 g di foglie e fiori secchi per litro d'acqua. Si lascia bollire per 10 minuti, agitando di tanto in tanto. Si filtra a temperatura ambiente. Serve per lavaggi o per preparare compresse da applicare sulle pelli arrossate o abrase, sulle zone contuse o sulle distorsioni. Il succo di spremitura della pianta fresca va usato solo nel caso in cui la pelle non sia lesa, negli ematomi e nelle contusioni in genere. Raccolta e conservazione Le infiorescenze e la pianta intera senza radici si raccolgono al momento della fioritura, che va da giugno ad agosto, secondo l'altitudine. Si deve usare una forbice per recidere le parti interessate, senza danneggiare le piante. La raccolta va fatta in giornate asciutte, quando la rugiada è scomparsa. I fiori vanno essiccati con cura particolare, all'ombra, in locale ben aerato, disponendoli in sottile strato su un graticciato o su un largo setaccio, rimuovendoli di frequente. La pianta intera va trattata nello stesso modo ma è meno delicata. Anche le foglie non sono particolarmente difficili da seccare. L'antillide va conservata in sacchetti di carta o di tela in locale fresco e asciutto. Si può conservarla anche in vasi di vetro scuro, ma bisogna allora controllarli di frequente per evitare formazioni di muffe. L'antillide va sostituita tutti gli anni. Per la coltivazione non ci sono particolari problemi. Si parte da seme, in primavera presto, in terreno sciolto e sabbioso. È indicata la posizione di pieno sole. L'impianto può essere fatto con semina a file o a spaglio. Nel primo caso si dispongono le file distanti 15-20 cm l'una dall'altra, e nella fila si semina alla distanza di 5 cm. |